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La C.M.F.R. rinnova, in occasione dell’8 marzo, Festa delle Donne e di tutte le bambine, l’appello contro il perdurare della pratica dei matrimoni precoci alla mutilazione dei genitali femminili.Si tratta di pratiche disumane con conseguenze gravissime e devastanti sulle giovani spose e che determinano gravidanze, aborti, mortalità infantile, aumento dell’analfabetismo, se non addirittura, la morte della bambina, dopo la prima notte di nozze, a seguito delle lesioni e barbarie cagionate dal “consorte”.La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani considera tali abusi vere e proprie violazioni dei diritti umani. La C.M.F.R. sostiene e promuove, unitamente all’Unione Africana, U.N.I.C.E.F. e U.N.P.F.A., la campagna per abolire la pratica diffusa ancora oggi in molti Paesi, dei matrimoni di bambine promesse spose e/o letteralmente vendute quali spose a uomini che per l’età, potrebbero essere i loro genitori, se non addirittura, i loro nonni e per porre fine alla pratica dell’infibulazione femminile.Avv. Eleonora Appolloni(Vicepresidente CMFR)